Qualche giorno fa sono stato a Roma, alla Luiss, a parlare con Pier Luigi Celli. Ero con Neri Pollastri, coautore con me di un futuro libro sulle Pratiche Filosofiche per le organizzazioni per le edizioni di Apogeo. E proprio questo era l’argomento di cui trattare con Celli. Che è stato molto gentile, in primo luogo a riceverci, e poi a dialogare. Lo ha fatto in modo diretto, chiaro e perspicuo. E ci ha rincuorato, senza averne l’intento, perché ci ha detto che secondo lui oggi temi quali la compartecipazione, la condivisione dei valori, il senso di appartenenza, le modalità – complesse – di stare nelle organizzazioni (ci ha parlato di persone che stanno sui confini), il senso di ciò che si fa… sono temi che colgono l’interesse delle aziende. “Le aziende hanno un pensiero produttivo” ci ha detto, quasi a metterci in guardia. Tuttavia qualche spiraglio si presenta. Va notato che l’uomo, quando gli abbiamo parlato di ciò che facciamo, ci ha detto, anzi raccontato, di avere fatto lui stesso cose simili. “La prima cosa che ho cercato di fare è farli leggere”, dice riferendosi ai manager. “Un manager di solito ha letto poco, specialmente romanzi. Ma come fai a capire le cose della vita se non hai letto dei romanzi? Cominciavo con romanzi che parlavano un poco di realtà aziendale, così si interessavano di più… ad alcuni suggerivo romanzi storici e libri di storia”. D’altronde va detto che uno degli ultimi libri di Pier Luigi Celli, Come si maneggia il mondo, è frutto di una serie di gruppi di discussione fatti coi suoi studenti. “Venivano qui” dice indicando il tavolo del suo studio. Il libro è molto bello e si capisce che è frutto di un vero lavoro di riflessione comune: lo dico perchè l’ho letto in treno tornando. Me lo ha regalato lui. Un grande uomo, se posso permettermi, come peraltro già ben si capiva da Comandare è fottere, di cui gli ho parlato. “Dottor Celli” gli ho detto, “il libro è bellissimo, ma lei saprà bene che se lei ha fatto come Machiavelli secondo Foscolo, ovvero quello che ‘temprando lo scettro ai regnatori gli onor ne sfronda’, in realtà temo che pochi lo abbiano capito…”. “Ha ragione”, mi ha risposto, “molti hanno pensato che fosse un libro di consigli”. Leggetelo. E rabbrividite.