Ma se l’uomo inventa se stesso ed è “faber fortunae suae” (a chi lo si deve attribuire? …di certo era in voga nel Rinascimento), allora qual’è la sua identità? Ovvero che identità è modificarla? In realtà è proprio da questo che nascono molte delle cose che mi piacciono: il gioco, l’arte, i paradossi, la complessità, le cornici, le cornici di cornici, le cornici di cornici di cornici (et coetera), la schizofrenia, ceci n’est pas une pipe, il teorema di Godel, io sto mentendo e la distinzione (?) tra uso e menzione. Per chiarire: da ragazzo giocavo benino a scacchi ma poi mi sono disamorato: tanta potenza di calcolo, ma… (che noia) unilineare!