Con rimando ai precedenti post che si trovano sotto l’etichetta “25 sfide per il management di domani“, la sfida per il management di domani numero 4 è:

Debellare le patologie della gerarchia formale. Le gerarchie naturali, dove il potere procede dal basso verso l’alto e i leader emergono anziché essere nominati, comportano numerosi vantaggi.

Questa è una cosa che sanno tutti: chi non ha avuto un capo idiota? E chi non ha patito per la necessità di rispettare delle linee gerarchiche che non hanno nessun valore reale? Nulla è più triste e grottesco di un capo non rispettato. E poche cose sono altrettanto costose per un’organizzazione e per le persone che ne fanno parte. D’altra parte si dice spesso che non si può fare altrimenti, perchè le gerarchie, si sa, vanno rispettate, quand’anche siano funzionali agli obiettivi…. come si vede queste affermazioni hanno qualcosa di contradditorio. Il punto è che se in situazioni “tranquille” è possibile tollerare gerarchie poco sentite dalle persone, quando bisogna combattere in fertta e bene le cose vanno diversamente: guardate cosa succede a una squadra di calcio dove il capitano viene osteggiato dagli altri… E allora che fare? Purtroppo il responso da dare è duro: molto semplicemente bisogna evitare di dare responsabilità a capi di scarso valore. E forse la parola chiave è proprio questa: responsabilità. Dei leader e dei followers – anche nelle aziende vale la massima per cui un popolo, compresi gli azionisti, ha il governo che si merita. Vi sono aziende che hanno risolto il problema alla radice: i capi sono quelli che si fanno ascoltare. Come dice Rick Buckingham, direttore di produzione dei tessuti tecnici di W.L. Gore&Associates: “Se convochi una riunione e la gente si presenta, vuol dire che sei un leader.”

Per maggiori informazioni vedi www.managementlab.com e “Le grandi sfide per il management del XXI secolo del XXI secolo” in Oltre la crisi, Piccola Biblioteca del Sole 24 Ore N. 19/2009, Il Sole 24 Ore.