Sono stato a un convegno di malati di parkinson e ne ho ricavato una grande energia (ringrazio Lucilla Bossi – su di lei questo link che mi piace – presidente di Parkinson Italia, donna energica, notevole e un poco estrema, nel senso migliore del termine, ce ne fossero così, per avermi invitato e, a modo suo, nei preparativi, un po’ scrollato). Cosa ne ho ricavato? Erano tutti lì, in attesa, come avviene nelle aule migliori: e quando sono tutti lì e ti chiedono qualcosa e pensano che tu glielo puoi dare, qualsiasi cosa sia, e ne hanno, e tu lo sai, buon diritto, e tu ne sei responsabile, tant’è vero che hai accettato di essere lì… bè non ti puoi esimere. E se hai qualcosa da dare lo dai. E se non ce l’hai… ti devi pentire. Ora, la cosa bella è che di solito, anche se non sai mai come va a finire, a me capita, grazie a Dio, o a che altro di simile, di riuscire a dare qualcosa. Come lo so? Bè… in genere dagli sguardi durante e dopo, e dalla quantità inaspettata di gente che viene a cercarmi dopo e a importunarmi (pensano) senza sapere (forse) quanto mi faccia piacere e quanto sia io, invece, a ringraziare, in cuor mio, loro. Un ulteriore ringraziamento a Carlo Gargiulo, che ha moderato e che, nonostante sia uomo televisivo, è riuscito con estrema eleganza a toccare e contenere un affondo sul dolore e la morte che andava gestito: lui mi ha aiutato in questo, con una saggezza e un equilibrio che mi hanno sorpreso e un savoir faire che gli invidio.